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Cuba

Cuba, il viaggio nel tempo

Raggiungo Cuba in meno di 12 ore, ma il viaggio fisico e le ore in volo non sono nulla in confronto al viaggio nel tempo che faccio quando atterro sull’isola.

Il tempo, a Cuba, scorre in un modo diverso. Gli autobus non hanno orari fissi, la maggior parte delle auto sono state prodotte prima del 1960 e hanno centinaia di migliaia di chilometri all’attivo. Internet ora c’è, ma non sempre, non ovunque. In ogni angolo di Cuba è la musica a scandire le giornate. A Trinidad, però, scandisce il ritmo della notte. Trinidad è una delle città coloniali più belle dell’isola, dichiarata patrimonio Unesco nel 1988. Da sempre, quando cala il sole, si illumina di luce propria: il tempo non si misura più con l’orologio, ma con le melodie cariche di emozioni e le percussioni delle canzoni della Casa della Musica. Non resisto alle danze: ballo, mi butto nella mischia, il cuba libre scorre a fiumi. Quando la stanchezza fiacca le gambe, ci si riposa sulle gradinate. Quella che si respira a fondo è una Cuba autentica, autenticissima. C’è qualche altro viaggiatore intorno a me, attirato dal ritmo di Trinidad, ma questa città non gli fa caso: è l’anima cubana vera, vibrante, a governare ogni cosa.

A Cuba la notte ci si perde, il giorno ci si ritrova. Mi sveglio e finisco a camminare in plaza Mayor. Cerco un po’ di ombra e refrigerio tra una palma e l’altra, ma alla fine è l’Iglesia de la Santísima Trinidad a chiamarmi, poi rincorro il portico del Palacio Cantero nel caldo del mezzogiorno.

A Trinidad il fascino della città si srotola camminando per le sue vie, lungo strade sconnesse e case dai colori sgargianti. Trinidad ha due anime: quella sonnecchiante del giorno e quella che esplode di vita che si risveglia la sera, come a parlare a spiriti diversi e opposti. Come se sapesse, in fondo, come far innamorare proprio chiunque.

Non ha il mare Trinidad, ma Playa Ancon è il naturale completamento di questa città straordinaria, non lontano dal centro. È una lunga distesa di sabbia bianchissima e un mare dall’azzurro intenso, con acque calme protette dalla baia, dove esplorare i fondali marini con muta e bombole, o dove godersi il sole del tropico. Mi immergo anch’io in quelle acque cristalline, tra banchi di pesci coloratissimi, reperti archeologici e una delle barriere coralline più incontaminate del mondo. Cuba sorprende e affascina per come la si può scoprire a strati, un poco alla volta, senza fretta. Come se ci fossero tante città e luoghi diversissimi, uno per ogni diverso animo di viaggiatore che sa immergersi a diverse profondità. Come nel mare blu dei suoi Cayos.

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