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Nel momento in cui si è aperto il portellone dell’aereo, il caldo mi ha investita come un’estate inattesa e il sole ha cominciato a solleticarmi la pelle ancora bianca dall’inverno. Già solo l’aeroporto di Malè, nelle Maldive, sapeva inequivocabilmente di vacanza. Proprio da lì ho iniziato a respirare il mio viaggio. Già dal nastro trasportatore dei bagagli si vede il mare in lontananza: l’aria è così rilassata che a tratti l’aeroporto sembra un tiki bar più che un posto dove fanno controlli doganali.
E proprio quel mare della laguna, di un azzurro irreale che varia in base alla profondità, è il vero protagonista di questa destinazione. Gli occhi erano già sazi, ma la meraviglia si è sprigionata quando ho iniziato a immergermi nell’acqua. Mi aspettavo fosse calda, ma non così tanto. A pochi centimetri d’acqua pesci multicolore mi giocano tra le gambe. Mi spingo un po’ più al largo, senza difficoltà, e mi ritrovo a nuotare tra gli squaletti. Per loro sono tutt’altro che una preda: nuotano tranquilli con me, godendosi i 30 gradi dell’acqua. Tutt’intorno c’è un silenzio irreale. Mi sento davvero di essere fuori dal mondo, lontano da tutto, cullata solo dalle onde che si infrangono sul bagnasciuga, con calma, una dopo l’altra. Per la prima volta anche il jet lag è stato dalla mia parte. Mi sono svegliata all’alba senza fatica, sono andata in spiaggia quando non c’era nessuno, in una calma rigenerante. Intorno a me solo i gechi, il suono delle onde, i cinguettii degli uccelli. Alle Maldive tutto è semplice: la natura e il suo mare sono lo spettacolo più incredibile da godersi minuto dopo minuto in ogni atollo, in ogni angolo di laguna. Ed è facile innamorarsi di tutto. Del cibo, della frutta dal sapore intensissimo, dell’ospitalità dei maldiviani che mi accolgono con semplicità, del mare più bello del mondo, delle isole deserte su cui fare escursioni.
Già dopo qualche ora, ho sentito il tempo rallentare, come se le giornate avessero più ore. Come se il ritmo lento fosse in fondo così facile, così accessibile. Mi è entrato dentro da subito, improvvisamente. L’ho inspirato profondamente e a lungo, cercando di farlo mio, di goderne e trattenerlo più a lungo possibile. Come l’abbronzatura.