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Crociere sul Nilo: cosa vedere

18.04.2023
Indice

Una delle esperienze più autentiche ed esclusive che si possano fare in Egitto è, forse, una crociera sul Nilo: anche e soprattutto per l’aura di fascino e mistero che aleggiano sull’intera esperienza. Questo viaggio all’insegna dell’avventura è diventato famoso grazie alla famosa scrittrice Agatha Christie, che ha ambientato proprio su una di queste crociere uno dei suoi romanzi più famosi. Una crociera in Egitto sul Nilo è un ottimo modo per scoprire la storia più antica del paese. Il Nilo è stato considerato per secoli la “fonte di vita” dell'Egitto perché attraversa il deserto fornendo acqua e cibo e facilitando il commercio. Proprio per questo, alcuni dei siti archeologici più importanti del paese si trovano proprio sulle sue rive.

Viaggiare lungo il fiume è un modo perfetto per godersi le verdeggianti rive del Nilo, ammirare alcuni dei siti archeologici egiziani più affascinanti e rilassarsi lontani dai frenetici centri cittadini. Nel corso di una crociera sul Nilo si possono scoprire i templi imponenti dell’Antico Egitto, osservare i maestosi geroglifici variopinti e ammirare da vicino lo splendore di una delle culture più misteriose ed interessanti che siano mai esistite.

Le crociere sul Nilo ti permettono di esplorare da vicino l'impareggiabile bellezza della natura egiziana e approfondire la grande cultura del paese. Dalla maestosa Luxor e la Valle dei Re, da Assuan alla splendida Edfu, ogni tappa di questo viaggio potrà incantarti e sorprenderti. Il viaggio in sé è anche molto comodo, cosa che rende l’intera esperienza molto popolare tra chi vuole fare una vacanza in Egitto all’insegna dell’avventura, senza rinunciare al relax e al buon cibo. Tornando a casa ricorderai i sorrisi accoglienti, la cordiale ospitalità tipica dell’Egitto e i meravigliosi panorami che solo questo paese è in grado di regalarti. Ecco di seguito quali sono le mete più iconiche da visitare nel corso di ogni crociera sul Nilo che si rispetti.

Luxor e il tempio di Karnak

Niente può farti conoscere da vicino l’Egitto più autentico come una tappa a Luxor, considerata dai più come il più grande museo all'aperto del mondo. Rappresenta una delle eredità più preziose dell'antica civiltà egiziana: questa città ospita alcuni dei templi, delle tombe e dei monumenti più famosi dell'Egitto. Il suo museo archeologico, inoltre, è uno dei più interessanti del paese. Tra gli edifici più belli e meglio conservati ricordiamo i templi di Karnak e Luxor. Il complesso del Tempio di Karnak risale al regno del faraone Seti I (2055 a.C. circa) ed è uno dei più grandi. È costituito da una serie di templi dedicati agli dèi Amon, Mut e Khonsu. Una visita al Museo Archeologico di Luxor è d'obbligo prima di partire: ospita circa un terzo dei manufatti egizi del mondo. Non sorprende che sia considerato una delle principali attrazioni turistiche di Luxor e che valga la pena visitarlo.

La Valle dei Re

La Valle dei Re è forse uno dei luoghi più iconici dell’Antico Egitto, ed è considerato da molti come uno dei luoghi di sepoltura più imponenti del mondo. È anche, senza dubbio, uno dei più grandi e importanti: per oltre mille anni, infatti, i regnanti e i nobili del Nuovo Regno (1539-1075 a.C. circa) sono stati sepolti qui. Fu fondata dal terzo re della XVIII dinastia, Tuthmosis. I faraoni più famosi sono stati sepolti qui: tra i nomi più importanti ricordiamo Tutankhamon, Seti I e Ramses II. Queste tombe, splendidamente dipinte, custodiscono un fascino mozzafiato. Gli intricati geroglifici e le finissime incisioni sorprendono ancora oggi per la vivacità di colori e per la ricchezza dei dettagli. Per la loro bellezza e per l’indubbia importanza storica, questi edifici sono stati dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

I Colossi di Memnone

A ovest di Luxor si trovano anche i Colossi di Memnone (noti in arabo anche con i nomi di el-Colossat o es-Salamat): due massicce statue in pietra che proteggono il Tempio Mortuario di Amenhotep III, nonno del più famoso Tutankhamon. Le due statue gemelle sono state ricavate da un unico blocco di arenaria, cosa che rende il loro trasporto in loco un mistero ancora irrisolto. Parte della zona è stata rovinata dalle inondazioni annuali del Nilo, ma le statue sono sopravvissute. Vengono spesso attribuite a Memnone per errore dei Greci che, arrivati in Egitto nel IV secolo a.C., pensarono che fossero dedicate al re etiope famoso per aver aiutato a difendere Troia durante la guerra (e che si chiamava, appunto, Memnone). Vengono dette le “Statue che cantano” per via dei suoni che pare producessero. La spiegazione più logica è che la rugiada, evaporando dalle crepe di arenaria all’arrivo dell’alba, producesse una sorta di fischio. Il fenomeno, però, è sparito quando l'imperatore Settimo Severo ha cercato di riparare le crepe delle statue: di questi suoni rimane solo la leggenda.

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